Le specie artico-alpine
Il popolamento vegetale delle Alpi si è operato in un periodo di milioni di anni attingendo a numerosi e diversificati “serbatoi”: sistemi montuosi lontani, pianure circostanti, zone artiche. Tuttavia, la flora alpina ha delle caratteristiche proprie ed inconfondibili. Molti generi presenti sulle Alpi non hanno diffusione nelle pianure (le sassifraghe, le soldanelle, le genziane, le androsaci ecc.). Nella ristretta superficie del Giardino, sulle oltre duecento specie finora censite, una trentina (tra il 15 e il 20% del totale) si trovano anche nelle regioni artiche. Le specie che si trovano sia sulle Alpi che nelle regioni prossime al Polo Nord sono definite come specie artico-alpine. Benché generalmente poco appariscenti, queste piante hanno un grande interesse per la storia della vegetazione e del clima.
Nel corso degli ultimi due milioni di anni, almeno quattro o cinque fasi fredde hanno dominato il clima europeo, favorendo l’espansione delle calotte glaciali artiche verso Sud, e ampliando enormemente le lingue glaciali presenti sulle Alpi. Le specie artiche, sospinte verso Sud dall’avanzata dei ghiacciai, si insediarono sulle parti libere delle Alpi. Quando, circa 10.000 anni fa, i ghiacciai si ritirarono, molte di queste specie rimasero sulla catena alpina dove avevano trovato un clima favorevole al proprio sviluppo. Naturalmente non è possibile stabilire con sicurezza se alcune di esse siano effettivamente di origine artica, oppure non si tratti di specie alpine che, con il ritiro dei ghiacciai, si spostarono gradualmente dalle Alpi verso il Polo. E’ per questa ragione che il botanico preferisce definirle come specie artico-alpine.
Nel Giardino il visitatore può trovare un po’ ovunque queste specie.
Diffusi sui pascoli sono Poa alpina, Phleum alpinum e Juncus trifidus. Queste piante, poco appariscenti, costituiscono tuttavia alcuni degli elementi caratteristici delle praterie e dei pascoli alpini; ad esempio, il Giunco a tre foglie è specie resistente alla siccità. Lo si riconosce facilmente per le sue tre lunghe brattee che oltrepassano nettamente l’infiorescenza, per i piccoli fiori riuniti in gruppi. Nell’ombra tra i massi si potranno scorgere Viola biflora L., dalla bella e piccola corolla gialla con venature brune, e Rhodiola rosea L., una pianta grassa, parente dei semprevivi, piuttosto comune sulle Alpi occidentali italiane, ma assai rara sul vicino versante francese.
Nei luoghi umidi troviamo parecchie specie artico-alpine. I piccoli carici (Carex capillaris, che forma popolazioni compatte sui bordi del laghetto all’ingresso del Giardino assieme a Juncus filiformis; il bel Carex bicolor, nei luoghi umidi lungo il margine meridionale); la esile Gentiana tenella, osservata per la prima volta nel Giardino solo nel 1999; la Bartsia alpina L. dai fiori di un viola scuro, quasi nero, circondati da brattee viola. Secondo il botanico Claude Favarger, è la pianta del lutto: così volle Linneo, che la dedicò all’amico Bartsch, medico morto a 28 anni nel 1738 in Surinam. Nella stessa zona umida, fiorisce verso la metà di luglio la notevole Pinguicula alpina L., dai bei fiori bianchi. Sui margini un po’ ripiegati delle foglie basali, l’osservatore attento può distinguere i residui di moscerini morti, catturati dalla pianta, che è carnivora. Altri insetti vengono usati per l’impollinazione: una mosca è attirata dal nettare che è concentrato sul fondo dello sperone che chiude il fiore verso il basso ma, una volta penetrata all’interno, si trova la strada per l’uscita sbarrata da una serie di peli che chiudono la fauce della corolla. Nei suoi tentativi di uscire, l’insetto si riempie di polline, che trasporterà sulle piante vicine quando sarà riuscito a liberarsi. Accanto a queste specie, cresce una esile erba, parente prossima delle Felci: Selaginella selaginoides, dalle foglie cigliato-dentate; essa non si riproduce con fiori, ma mediante spore poste alla base delle piccole foglie.
Nelle zone di pascolo si possono osservare altre specie artico-alpine. La magnifica Gentiana nivalis, di piccole dimensioni e per questa ragione non sempre agevole da osservare, tra l’erba. Il colore intenso delle corolle, portate da numerosi slanciati rametti, è veramente splendido. Il visitatore che ne osservi un esemplare chiuso, non disperi: è possibile che le corolle si riaprano appena la nuvola di passaggio se ne andrà. La corolla, infatti, è molto sensibile alle più piccole variazioni termiche. In un ambiente simile il Polygonum viviparum mostra, al disotto di una infiorescenza bianca, dei piccoli bulbi rossastri. La funzione dei fiori di questa specie rimane problematica, dal momento che raramente essi danno luogo a frutti. La pianta, infatti, si riproduce senza fecondazione quando i piccoli bulbi cadono a terra. In alcune zone sassose del Giardino cresce Silene acaulis, dai cuscinetti emisferici compatti e dai piccoli fiori rosa. E’ una specie a crescita molto lenta, poiché alcuni cuscinetti possono raggiungere l’età di oltre venti-trent’anni: si tratta di veri piccoli alberi in miniatura.
Alberi di dimensioni minime si trovano nella zona superiore del Giardino. Si tratta dei Salici nani di origine artica: Salix reticulata e Salix herbacea. E’ stato calcolato che il tronco di 7 mm di diametro di S. herbacea ha circa 40 anni.
Tra i cespugli di possibile origine artica troviamo, qua e là, Juniperus nana e Vaccinium gaultherioides. Quest’ultimo è un parente del mirtillo ma il fusto, anziché essere angoloso, è cilindrico e la corolla è bianca o rosea. Le bacche sono eduli, ma non hanno un sapore particolare. Si dice che possano produrre un po’ di ebbrezza se mangiate in quantità.
Su alcune rocce lungo il sentiero, si osserverà la fioritura di una bella Rosacea dai fiori bianchi ad otto petali, Dryas octopetala. Fiorisce in luglio, ma ancora in agosto si riconosce facilmente per il ciuffo di reste piumose che sormontano il frutto a maturità. Questa pianta ha dato il nome ad una delle fasi finali dell’ultima era glaciale.
Oltre alle specie descritte, vi sono altre specie artico-alpine nel Giardino. Sono le seguenti:
Astragalus alpinus, Potentilla crantzii, Sedum annuum, Saxifraga murithiana, Veronica fruticans, Saxifraga paniculata, Minuartia sedoides, Arabis alpina. Lasciamo all’osservatore attento il piacere di individuarle.