Tornare al Giardino – Arianna
2 luglio 2021
Quest’anno sono riuscita a partecipare all’apertura del Giardino, per la prima volta. Un momento collettivo, di condivisione e festa, nel pieno dell’estate e delle fioriture d’alta quota. Un momento speciale e importante, per far partire la stagione dei turni. L’apertura era fissata domenica 4 luglio, ma sono salita prima, il 2 luglio. In astinenza da Giardino, dopo un anno di assenza, ho pensato di contribuire di più… portando dei nuovi materassi (nuovi e in regalo, ma vecchi nella tipologia, quindi pesanti 🙂 – però grazie amici di Torre Pellice per il regalo!), una di quelle idee che si muovono da anni tra di noi ma che la difficoltà di caricarli fino a su ha sempre bloccato.
Fiduciosi del nostro mezzo, io e il mio amico Nicolò, ormai ospite fisso al Giardino, siamo saliti per raggiungere il Barant ma… la macchina non era pronta per fare una salita così ardua! Per fortuna Luca, il gestore del rifugio Barant, è sceso a recuperare i materassi, i cuscini, la legna, la spesa e tutto, con il suo infallibile Pandino! Arrivati al rifugio Barant siamo scesi a piedi fino al giardino e in un paio d’ore siamo riusciti a trasportare tutto (w la carriola!).
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Siamo arrivati alle 21.00, quando il sole sta per scomparire dietro le montagne, lasciando nel cielo il suo ricordo nella luce calda. La casetta asciutta, la stufa che tirava, i materassi sostituiti ai vecchi, i fischi delle marmotte, la corsa agile dei camosci in cresta e l’immancabile topino hanno reso tutto, come sempre, molto speciale. Solo la questione idrica, come ogni anno, ci ha fatto tribolare… in due giorni però, con l’arrivo e l’aiuto di Antonio e degli altri, l’acqua è sgorgata dal piccolo rubinetto accanto alla casa. Per quanto funzionerà, per ora nessuno lo sa 🙂
Vicino al pozzo tra le pietraie, dove abbiamo lavorato per sistemare le tubazioni, la neve si era appena sciolta e abbiamo potuto ammirare la fioritura della Soldanella alpina e tappeti di Pinguicula alpina sul terreno ancora bagnato.
La Dryas octopetala, il simbolo del giardino, in questo periodo ricopre le rocce con le corolle bianche di otto petali e le foglioline coriacee dal margine seghettato. La Saxifraga paniculata si erge dritta dalla sua rosetta basale sventolando sui lunghi steli i piccolissimi fiori. I salici prostrati strisciano avvinghiati alle rocce vincendo la forza del vento e crescendo ogni anno poco di più.
Ogni angolo è un mondo specifico, ogni pietra un universo di presenze. Il Giardino ci insegna a guardare meglio, ad essere attente a non farci sfuggire nulla.
Domenica abbiamo lasciato Antonio per il primo turno: da ora e per due mesi il Giardino sarà abitato anche da umani, per accogliere altri umani curiosi, dare informazioni e portare lo sguardo sul “rispetto per ogni forma di vita. Cit. Bruno Peyronel”.
Arianna